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“Val Zemola – Rif. Maniago” Dolomiti Friulane
Data inizio escursione: 26 Maggio 2024
Data fine escursione:
Difficoltà: E – Escursionistico
Dislivello: 800 mt circa LUNGHEZZA: 14 Km circa
Ecuipaggiamento: da montagna, adatto alla stagione e alle condizioni meteorologiche, scarponcini in goretex, bastoncini.
Carta: Carta Tabacco, foglio 021, scala 1:25.000 – Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave.
Trasporto: mezzi propri; le spese vanno concordate con il proprietario del mezzo; nel rispetto delle norme regionali che regolano il trasporto in auto delle persone non conviventi.
Responsabili: Stefania Brun - Sara Brocca


Giro ad anello nelle splendide Dolomiti Friulane della Val Zemola, contenuta nel gruppo montuoso Duranno-Preti, a cui si accede dal paese di Erto nuova.

AVVICINAMENTO

In prossimità di Erto, si lascia la SR 251, arrivando da Cimolais, e si svolta a destra in quella che si definisce la nuova Erto seguendo le indicazioni per la Val Zemola. Si percorrono circa 3,5 km di strada asfaltata e sterrata, rotabile molto suggestiva, fino ad arrivare al parcheggio (907 m) di casera Mela (privato a pagamento € 3/die). In questo periodo la casera (1178 m) è aperta per cui ci sarà la possibilità di una breve sosta prima della partenza. Curiosità: Casera Mela è il primo insediamento di tutta la valle (testimonianza su una mappa napoleonica del 1810) appartenente alla famiglia Corona. Nell’autunno del 1944 diventa rifugio dei partigiani e per tale motivo viene incendiata dai tedeschi. Ricostruita nel 1946, è stata punto di appoggio nel periodo di costruzione del Rifugio Maniago. Dal 1995 ha subito un lungo lavoro di ristrutturazione e di ampliamento.

ESCURSIONE

L’escursione partirà direttamente dalla parte supero-posteriore di Casera Mela dove seguiremo la carrareccia, in costante salita, che ci permetterà di imboccare il sentiero CAI n. 381 in direzione del ricovero casera Bedin di sopra (1711 m), sulle pendici orientali del monte Zita. Il ricovero è costituito da due edifici: quello principale che fa parte della rete delle strutture del Parco delle Dolomiti Friulane, per cui risulta chiuso; e da una struttura più piccola che funge da ricovero vero e proprio.  Qui ci permetteremo una breve sosta per ammirare il paesaggio circostante e osservare la nostra meta finale. Si proseguirà per il sentiero tra bosco di faggi e abeti e attraversamenti di impluvi detritici delle sovrastanti cime che richiederanno passo sicuro e attento a seguito delle recenti condizioni meteorologiche e della presenza sul percorso di un piccolo lembo di nevaio. Inoltre, percorrendo l’anello in questo senso, affronteremo delle discese che richiederanno attenzione per il fondo costituito da pietrisco e foglie che a tratti può risultare scivoloso. Naturalmente, essendo in un bosco, non dimentichiamoci della presenza di radici. Continuando il cammino, ad un certo punto troveremo le indicazioni alla nostra destra per il sentiero CAI n. 374 che, al momento, tralasceremo e proseguiremo lungo il tracciato fino a raggiungere il rifugio Maniago (1730 m) alla base del circo detritico che scende dalla Forcella del Duranno. Qui, nei pressi, ci fermeremo per la sosta pranzo. Il rifugio sarà aperto e a disposizione per chi vorrà deliziare il proprio palato. L’anno della sua costruzione corrisponde a quello del disastro del Vajont (1963) e venne affidato alla cittadina di Maniago. Inizialmente risultava essere un bivacco, trasformato nel 1985 in rifugio e ristrutturato anch’esso intorno al 2000. Finito di ristorarci, ritorneremo sui nostri passi e questa volta seguiremo le indicazioni del sentiero CAI n. 374, inizialmente sempre nel bosco ed in discesa (per cui prestare sempre le dovute attenzioni), poi si proseguirà su strada forestale fino ad arrivare al punto di partenza. Sempre a causa delle recenti e copiose precipitazioni, lungo la strada del rientro dovremo attraversare dei guadi (tanti quanti quelli incontrati nella parte superiore) che in alcuni tratti potrebbero essere più impegnativi (per questo motivo si consigliano scarponcini in goretex oppure calze di ricambio e asciugamano).

 




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